i contributi di Max Corvo e l' O.S.S. Americana alla liberazione dell'Italia dopo l'Armistizio di Cassibile 3 Settembre 1943 |
L'invasione della Sicilia iniziò il 10 luglio del 1943. L'armistizio di Cassibile venne firmato il 3 settembre successivo. La guerra in Italia terminò nell'aprile del 1945. Dall'invasione della Sicilia alla fine della guerra un gruppetto Italo Americano giocò una parte importante nelle relazioni tra l'Italia appena liberata e gli Stati Uniti. Si trattava degli uomini dell’ O.S.S. (Office of Strategie Services), un nuovo servizio segreto americano inquadrato nell'operazione dell' S.I. (Secret Intelligence) per l'Italia. A capo dei servizi segreti
dell’ O.S.S. venne posto Biagio Massimo Corvo, un giovane americano di
23 anni nato in Sicilia ad Augusta, il 29 maggio del 1920. Si faceva
chiamare Max, mentre il suo nome in codice era Maral. Max era figlio di Cesare Corvo
di Melilli e di Giuseppina Arena di Augusta. Cesare Corvo fu costretto
ad abbandonare la Sicilia nel 1923 per una serie di contrasti politici
con il Governo Fascista e si trasferì' a Middietown, nel Connecticut,
dove esisteva da tempo una nutrita colonia di Melillesi. A Middietown
Cesare Corvo fondo' un settimanale in lingua italiana e mantenne stretti
contatti con diverse comunità italiane a New York Boston, Chicago e
altri centri degli Stati Uniti. Quando, nel 1929, Cesare
divenne cittadino degli Stati Uniti si premuro' a richiamare la sua
intera famiglia tra cui c'era il piccolo Biagio Massimo di appena nove
anni, che arrivo appunto il 12 ottobre 1929. Tredici anni dopo, nel marzo
del 1942, Max si trovava arruolato come soldato semplice nell'esercito
degli Stati Uniti, a Camp Lee in Virginia. Fu proprio a Camp Lee che
Angier Biddle Duke un intelligente istruttore (Molti anni dopo Duke fu
nominato ambasciatore in Spagna dell'amministrazione Kennedy) osservò
la capacità di analisi di Max Corvo, facendolo trasferire ai servizi
segreti (O.S.S.). Il tutto inizio' con un incontro a Washington di Max
con Eari Brennan, che era a capo del settore italiano nell'appena
formata O.S.S. Brenna aveva servito in Italia con il Dipartimento di
Stato americano, parlava italiano correttamente ed aveva estesi contatti
con la comunità' italiana negli Stati Uniti. Eari Brennan fu
favorevolmente impressionato dalla eccezionale conoscenza di Max Corvo
su fatti e personalità' italiani e dalla sua attenta analisi per lo
sviluppo di un piano operativo per una guerriglia nel quadro di un
generico progetto per l'invasione della Sicilia. Nel giro di poco tempo
Max viene trasferito all'O.S.S. con numero di matricola 45: uno dei
primi. Non appena Corvo si insedio'
ali O.S.S. inizio' ad arruolare tutta una serie di Italo Americani,
partendo da Middietown la sua città adottiva nel Connecticut. Primi a
seguirlo furono Vincent Scamporino, un combattivo giovane avvocato
laburista; Emilio Q. Daddario, atleta' di eccezionali capacita' dell
Wesleyan University; Frank Tarallo, tenente
nell'esercito americano; Sebastian Passanisi, tenente di marina; Louis
Fiorilla, laureato anche lui alla Wesleyan University; ed infine Sam
Fraulino. Questo gruppetto di recinte di Middietown sarebbero rimaste
con Max Corvo durante tutta la guerra. Corvo percepì' immediatamente
l'importanza di avere un gruppo ben amalgamalo e su cui poteva contare.
Con i ragazzi di Middietown si sentiva assolutamente tranquillo: si
trattava di legami di amicizia e solidarietà' che trovavano le radici
negli anni della scuola, dell'università; un gruppetto che sarebbe
diventato un perno' vitale dei servizi segreti dell' O.S.S. in Italia. Il gruppetto di Middietown
tuttavia, non era consistente abbastanza per raggiungere gli obiettivi
previsti dai servizi segreti del settore italiano dell'O.S.S. Corvo
inizio' pertanto una programma di arruolamento e di identificazione, che
copriva l'intero territorio degli Stati Uniti in uno sforzo ben
coordinato che aveva come obbiettivo finale quello di mettere insieme il
personale migliore a disposizione con rapidità' ed effìcenz. Fu allora
determinante un'accurata analisi velia allo scopo di identificare le
varie comunità italiane presenti negli Stati Uniti. La tendenza
tradizionale era sempre stata quella di aggregarsi in zone particolari.
Cosi' si trovavano consistenti aggruppamenti di siciliani nel
Connecticut, New York, Massachusetts e Rhode Island; a Barre, nel
Vermont, si trovava una grossa comunità della zona di Carrara; a New
Haven, nel Connecticut si erano installati gruppi di origine napoletana;
a Birmingham (Alabama) tutti di origine della Sicilia occidentale (Cefalu'
e zone limitrofe). Il piano di arruolamento, oltre
ai servizi segreti, venne esteso al gruppo operazione speciali, un
gruppo che avrebbe giocato un ruolo molto importante tra i guastatori
nell'Italia del nord e che operava in stretto contatto con i Partigiani
e i servizi segreti. A Washington venne iniziata una massiccia
operazione di raccolta di informazioni volte a facilitare l'invasione
della Sicilia quale punto di partenza per la rimanente invasione del
resto d'Italia. 1 vari informatori coinvolti diedero all'esercito degli
Stati Uniti un utilissima collezione di dati e di informazioni
statistiche. Corvo non tralasciava l'aspetto politico dell'intera
operazione, mettendosi in contatto con i vari espatriati italiani negli
Stati Uniti; fu in stretto contatto con Giuseppe Lupis direttore del
"Mondo" di New York e con Girolamo Valenti editore della
"Parola". Successivamente entrò' in contatto con Alberto
Tarchiani, Randolfo Pacciardi, il Conte Sforza e Alberto Cianca. Molto
degli espatriati italiani lavoravano in stretto contatto con gli
inglesi, i quali avevano dei piani ben precisi sulla struttura da dare
all'Italia dopo la conclusione della guerra. Corvo era convinto che
questo suo approccio diretto avrebbe pagato dividendi successivamente
alla firma dell'armistizio di Cassibile, cosa questa che non venne
meramente apprezzata fina a ben oltre la fine delle ostilità'. Verso la fine di maggio del
1943 l'esercito degli Stati Uniti inizio' i preparativi per l'invasione
della Penisola. I servizi segreti del settore italiano dell'O.S.S. aveva
appena iniziato a organizzarsi sul campo. Corvo stesso arrivo' in Nord
Africa il 28 maggio del '43. L'invasione della Sicilia era prevista per
il 10 luglio; soltanto dopo 50 giorni! Molto e' stata scritto sul
ruolo del settore italiano dell O.S.S. in occasione dell'invasione della
Sicilia. In effetti il gruppo di Corvo sbarco' a Falconara, vicino Gela,
trè giorni dopo l'invasine, occupo' il castello di Falconara,
sbarazzandosi delle pattuglie italiane. Corvo parti' immediatamente per
Melilli dove prese contatto con Padre Fiorilla, zio di uno dei
comilitari e parroco della chiesa di San Sebastiano. Più tardi visito'
anche i suoi parenti ad Augusta. Ma il suo obiettivo era quello di
reclutare collaboratori di nazionalità italiana adatti a lavorare con i
servizi segreti americani. Nel frattempo, da Falconara, i servizi
segreti dell'O.S.S. iniziarono ad inviare agenti in avanguardia e in
preparazione dell'arrivo dell'esercito di Patton. Fu chiaro ben presto
che sarebbe stato impossibile precedere l'avanzare della 7ma armata;
venne deciso pertanto di impegnare gli uomini dell'O.S.S. nella metodica
liberazione delle varie Isole al largo della Sicilia. Vennero impegnati
inoltre a collaborare con l'esercito nella forniture di mappe e dati
tecnici a loro mancanti e nell'arruolamento di personale italiano. Verso
la fine della campagna di Sicilia il settore italiano dell' O.S.S. si
era distinto sul campo con tutti gli onori. Il lavoro preparatorio a
Washington aveva già' ampiamente pagato i suoi dividendi sia sul campo
di battaglia che nel complesso del invasione. I contatti iniziali
avvenuti con alcuni leader politici siciliani e successivamente anche
italiani, gettavano le basi per una collaborazione che si sarebbe estesa
ben oltre la fine della guerra. Il 25 luglio venne annunciato a
Palermo che Mussolini era stato destituito e che il Maresciallo Badoglio
avrebbe preso il suo posto. Si apriva una nuova pagina nella storia
d'Italia. Parte integrante della politica
di arruolamento da parte di Max Corvo fu quella di mettere insieme
personalità' di considerevole peso e distinzione i quali contribuirono
alla causa attraverso le loro più disparate esperienze e contatti;
avvocati, giudici, uomini d'affari, politici. A Detroit, nel Michigan,
Corvo recluto' John Ricca, Procuratore Capo del Municipio. Questa
scelta, per uno strano gioco del destino, si provo' di
vitale importanza. Ricca infatti veniva da una famiglia piemontese e
parlava perfettamente il dialetto piemontese; lo stesso dialetto del
Maresciallo Badoglio, anche lui piemontese. I due si trovarono in
perfetta sinfonia e furono in grado di comunicare in maniera franca e
rapida a vantaggio sia degli interessi italiani che di quelli americani. Verso la fine di agosto del
1943 l' O.S.S. in Italia aveva già iniziato a lavorare su un progetto
speciale che venne chiamato Missione McGreggor. la Missione, capitanata
da John Shaheen si stava già' muovendo attivamente nel Nord Italia
verso la preparazione di un documento che avrebbe sancito resa formale
del nuovo governo italiano.Il progetto prevedeva un contatto particolare
con l'ammiraglio Massimo Girosi. Più tardi venne estesa ad altri
prominenti leader italiani. Il Generai Castellano, con istruzioni del
Maresciallo Badoglio, inizio' incontri segreti a Lisbona volti alla
preparazione di un trattato segreto tra il nuovo Governo Italiano e gli
Stati Uniti. Il 3 settembre 1943 il documento prelimi-nary conoscuito
oggi sotto il nome di "Short Armistice" o "armistizio
corto" venne firmato per conto dell'Italia del Generale Castellano,
in rappresentanza del Maresciallo Badoglio, e per conto degli Stati
Uniti del Generale Walter Bedell Smith, in rappresentanza del Generale
Eisenhower, presente comunque all'incontro ma nell' impossiblita' per
motivi di protocollo, di firmare il documento egli stesso. La firma del
cosiddetto "Short Armistice" aveva l'unico scopo di gettare le
basi per un più elaborato documento che avrebbe stabilito tutti i
dettagli di una vera pace tra Italia e Stati Uniti. Eisenhower tuttavia
insistente acche' tale documento preliminare fosse reso pubblico
immediatamente. Quest'atto causo' considerevole imbarazzo al Governo
Badoglio ed ebbe conseguenze catastrofiche per l'Esercito Italiano;
particolarmente quelle unita' che si trovavano sotto il commando
dell'Esercito Tedesco. Questi eventi, aggravati dall'abbandono di Roma
del Governo e della Monarchia, lasciarono un vuoto in molte citta'
italiane con la conseguente necessita' da parte della popolazione civile
di dover spesso difendersi da sola contro un avvelenato Esercito Tedesco
in ritirata. Mentre la situazione si andava
aggravando in tutta l'Italia, Corvo e i suoi uomini stabilivano un
ufficio operativo a Brindisi da dove vennero stabiliti i contatti
iniziali per un rapporto a lungo termine con il Governo Badoglio.
L'omissione di invitare i servizi segreti italiani al tavolo delle
discussioni relative all'armistizio fu considerato un errore che si
rendeva necessario rettificare. I cordiali rapporti tra Badoglio e Ricca
risultarono di vitale importanza. Badoglio riusci' a comunicare col
Presidente Roosevelt attraverso Ricca e il settore italiano dell'O.S.S.
con risultati estremamente positivi; la posizione del nuovo Governo
Italiano veniva delineata con sempre maggiore chiarezza. Con lo
stabilizzarsi dell' aspetto operativo del nuovo Governo Italiano, i
rapporti tra il Quartiere Generai Italiano e il settore italiano dell'
O.S.S. vennero considerevolmente semplificati. Al comando del Quartiere
Generale Italiano si trovavano il Generale Ambrosio e il Maresciallo
Messe coadiuvati, fra gli altri, dal Maggiore Marchesi, del Tenente
Galvano Lanza di Trabia, palermitano, e dal Capitano Vito Guarasi. Vincent Scamporino aveva
contanti quasi giornalieri e diretti con il personale del Governo
Badoglio. Venne cosi' richiesta al settore italiano dell' O.S.S. di
stabilire un contatto col colonnello Pompeo Agrifoglio, capo dei servizi
segreti italiani (S.I.M), il quale era stato preso prigioniero in
Tunisia. Immediatamente dopo la firma dell'Armistizio il Generai
Castellano stesso richiese che Agrifoglio fosse rimpatriato dagli Stati
Uniti. Corvo e Agrifofoglio iniziarono
a lavorare insieme su un accordo operativo tra
S.I.M. e O.S.S.;
dalle disensioni che ne seguirono venne formulata una base di nove punti
per un accordo di lavoro. 1. O.S.S e S.I.M. avrebbero
collaborato e preparato insieme un certo numero di operazioni. 2. S.I.M. avrebbe messo a
disposizione dell 'O.S.S. un certo numero di recinte da essere
addestrate dall' O.S.S. 3. S.I.M. avrebbe selezionato,
dalle Forze Armate Italiane, un certo numero di agenti Nord Italiani da
mettere a disposizione dell' O.S.S. 4. S.I.M. concordava di
selezionare un ufficiale coordinatore da distaccare all' O.S.S. 5. S.I.M. metteva a
disposizione dell' O.S.S. i suoi archivi. 6. O.S.S. controllava servizi
di comunicazione col Nord Italia. 7. O.S.S. si impegnava a
finanziare, equipaggiare e trasportare squadre per via aerea, terrestre
e sottomarina. 8. O.S.S. si impegnava a
finanziare tutte le squadre d'azione e provvedeva' alla fornitura delle
scorte esaurite. 9. O.S.S. si impegnava a
riorganizzare i servizi segreti italiani (S.I.M.) in Sicilia le cui
operazioni erano sotto il controllo del Governo Alleato. Le basi dell'accordo tra
Americani e Italiani era aperto, cordiale e richiedeva reciproca
fiducia. Il fatto che entrambi le parti avessero in comune le stesse
radici storiche e culturali rendeva i rapporti più facili. Più o meno nello stesso
periodo in cui Corvo stava negoziando il suo accordo col S.I.M. lavorava
attivamente a concludere accordi simili con i vari gruppi di partigiani
del Nord Italia. Uno di questi gruppi, l'O.R.I. (Organizzazione
Resistenza Italiana), vantava alla sua testa Raimondo Craveri, il quale
era composta per la maggior parte da giovani italiani con forti tendenze
democratiche. L'O.S.S. stipulò un contratto con l’O.R.I. impegnandosi
a fornire addestramento, finanziamenti, e susstinenza oltre a dare ogni
forma di assistenza organizzativa. Avrebbero lavorato insieme fine alla
fine della guerra. Oltre all’O.R.I., l' O.S.S. lavorava direttamente
con la Commissione per la Liberazione Nazionale che si trovava allora
sotto il comando militare del Generale Raffaele Cadorna. La leadership politica che si
sarebbe installata in Italia nell'immediato dopoguerra era in diretto
contatto con Corvo e col settore italiano del]' O.S.S. Oltre a Lupis,
Pacciardi e Cadoma, Corvo intratteneva regolari contatti con Giuseppe
Romita, Ferruccio Farri, Gian Carlo Pajetta e Don Luigi Sturzo. L'approdo dell'O.S.S. in Italia
era molto diverso da quello degli Inglesi. Gl'Inglesi ritenevano che la
situazione politica italiana dovesse cadere sotto la loro sfera
d'influenza mantenendo vivo il concetto della necessita' di mantenere
l'esistente situazione monarchica; gli Americani, d'altra parte,
promuovevano attivamente lo sviluppo di idei democratici. Corvo e i suoi
uomini riuscirono a suscitare reazioni positive da molti gruppi di
partigiani che vedevano con favore l'approccio democratico americano. Questa posizione umanistica nei
confronti della nuova alleanza Italo Americana fu ricevuta con favore in
Italia, non senza tuttavia critiche e preoccupazioni sia negli Stati
Uniti che in Inghilterra. Elementi conservatori americani erano
preoccupati di un possibile rinforzarsi degli elementi communisiti
all'interno dei gruppi partigiani cosa che determinò spesso pesanti
critiche sia all'interno dell' O.S.S. che da parte degli alleati
britannici. Il gruppo Corvo in effetti non dava alcuna importanza ai
colori diversi dei diversi gruppi partigiani. Le diverse forme di
critiche, a cui spesso si univano gelosie e invidie per i successi sul
campo di Corvo e compagni, trovavano spazio, dopo la guerra, negli
archivi dell' OSS in cui veniva sottolineato con leggerezza l'elemento
Italo-Americano preponderante nella struttura dell' OSS Italia e il
numero elevato di siciliani nello stesso. A parte queste divergenze e le enorme
pressioni di ogni genere a cui Corvo e il suo gruppo erano sottoposti,,
si aggiunsero le difficoltà determinante delle operazione nel Nord
Italia condotte dalla Svizzera da Alien Dulles ( in seguito divenne capo
della CIA) le quali diedero luogo a situazioni spesso catastrofiche.
Dalla sua base operativa in Svizzera, Dulles manteneva regolari contatti
col gruppo italiano dell' OSS attraverso il Capitano Emilio Q. Daddario,
che aveva ricevuto quest'incarico da Max Corvo. Dulles era un americano
di vecchio stampo; suo nonno era stato Segretario di Stato.il suo
fratello maggiore John Poster Dulles era un prominente avvocato e sia
lui che Alien avevano lavorato insieme presso l'ufficio legale di
Sullivan & Cromwell di New York. L'ufficio legale di Dulles aveva
rappresentato la Germania nazista prima dello scoppio di guerra. Dulles
aveva messo insieme numerosi contatti in Germania. E mentre Corvo si
spingeva sempre più a Nord in Italia con la sua tattica di guerriglia,
Dulles emanava un ordine a tutti ir gruppi partigiani di ingaggiare
apertamente l'esercito regolare tedesco. I rIsultati furono catastrofici
in quanto Dulles aveva, fra l'altro, ignorato la necessità di
provvedere a fornire quel!' equipaggiamento necessario alla completazione degli ordini
emessi. Il gruppo di Corvo fu
d'improvviso costretto a trasformarsi da servizio segreto a fornitore di
armamento e materiale ai partigiani italiani. L'operazione dell'O.S.S.
diretta da Max Corvo era tutt’altro che un operazione militare
ortodossa. Gli ultimi giorni della guerra nel Nord Italia non era
esattamente un contesto tra gentiluomini; in molti sensi si trattava di
un confronto brutale dove italiani si trovavano contrapposti ad altri
italiani! senza alcun regola che stabilisce i limiti del gioco. Gli
uomini di Corvo si trovavano adesso ad esercitare una doppia funzione;
da una parte continuavano a fornire utilissimi informazioni alle Forze
Armate Alleate che avanzavano dal Sud e d'altra provvedevano a mantenere
le strutture organizzative che sarebbero risultato di grande utilità
alla lotta partigiana. Si occupavano inoltre di salvaguardare al massimo
le strutture ospedaliere, i trasporti, le infrastrutture umane ed
economiche del Nord Italia. Hitler aveva dato istruzioni ali 'esercito
tedesco di distruggere tutto quanto trassero nel corso della loro
ritirata, con la stessa ferocia che lo aveva distinto nella campagna di
Russia. In Italia tuttavia la situazione era ben diversa in quanto,
oltre alle regolare avanzata delle truppe alleate nel Sud, i tedeschi si
trovarono confrontati da una considerevole opposizione dei partigiani e
dei guastatori dell’ O.S.S . Il risultato finale fu che la
politica di totale distruzione ordinata da Hitler si concluse con un
quasi totale fallimento. Un altra importante funzione degli uomini di
Corvo fu legata all'espletamento degli ordini ricevuti di arrestare e
tenere in custodia i fascisti limitando così il numero di sommarie
esecuzioni degli stessi da parte delle bande partigiane. Contemporaneamente il Capitano
Emilio Daddaro lasciò la sua posizione di ufficiale coordinatore con
Alien Dulles in Svizzera e si sposto' rapidamente verso Milano dove
prese prigionieri il Maresciallo Graziani, il Generale Bonomi e il
Generale Sorrentino che tenne ben protetti ali Albergo Milano. Dopo la guerra Graziani scrise
una lettera direttamente a Daddario dal suo campo di prigionia ad Algeri
il 15 giugno 1945, che riportiamo di seguito: "Caro
Capitano Daddario, le
scrivo da questo campo. Desidero ringraziarti dal più profondo del
cuore per quello che lei fece per me in quei momenti molto rischiosi.
Non vi e' alcun dubbio che io devo a lei la mia salvezza, durante i
giorni del 26, 27, e 28 aprile. Per questo il mio cuore e' pieno di
ringraziamenti e gratitudine e non la dimenticherò mai per tutto il
tempo che mi rimarrà di vivere, lo sto bene in questo campo e vengo
trattato con molto rispetto. Spero che Iddio mi assista per il futuro e
che l'Umana Giustizia consideri il mio caso e lo giudichi con equità.
La prego di scrivermi e assicurarmi che quanto le lasciai in consegna
venne consegnato a destinazione. Mi faccia anche sapere se ha con lei il
mio fedele Embaie che la prego di proteggere e assistere. L'abbraccio
caramente e non mi dimentichi. Vostro
molto affettuosamente, Rodolfo Graziani" E' un accredito strano ricevere
una lettera di questo tipo da un uomo che era stato tuo nemico soltanto
qualche mese prima. Il mondo degli OSS di Max Corvo in Italia era un
mondo estremamente ironico. Sembra che la vita sia una serie di eventi
ironici che mettano insieme situazioni e individui diversi. La partenza
di Cesare Corvo dalla Sicilia per motivi politici nel 1923, e il ritomo
in Sicilia di Max Corvo venti anni dopo come capo del settore italiano
dell' O.S.S. potrebbero definirsi come l'estremo dell'ironia. Corvo e i suoi uomini
lavoravano, da americani, col preciso obbiettivo di stabilire un
duraturo rapporto con la nuova Italia. Da un angolo visuale puramente
umano il fatto che etnicamente e culturalmente molti degli ufficiali
dell' OSS fossero di origine italiana fu di estrema utilità sia per gli
Stati Uniti che per l'Italia creando nel contempo un'atmosfera di
fiducia e rispetto reciproco che consentì ai due paesi di superare un
momento particolarmente delicato. L'armistizio firmato a
Cassibile nel settembre del 1943 fu l'inizio di una serie di atti
positivi per il consolidamento dell'amicizia dei due paesi. Mentre le
difficoltà iniziali furono molte le buone intenzioni dei due paesi
crearono duraturi buoni rapporti. Max Corvo e i mèmbri del
settore italiano dei servizi segreti dell' OSS giocarono la propria
parte con onore e con dignità e dettarono senza dubbio alcuno solide
basi per una duratura e pacifica relazione tra gli State Uniti e
l'Italia. |